Rischio Chimico negli ambienti di lavoro

Il rischio chimico, contrariamente a quanto si pensi, è uno dei più diffusi sul luogo di lavoro. Non si tratta infatti di un rischio limitato alle industrie chimiche e ai laboratori, ma è presente in tutte le aziende che adoperano determinati tipi di sostanze (ad esempio i prodotti per le pulizie, per la disinfezione, per la conservazione degli alimenti, ecc.).
Oggi cercheremo di affrontare questo tema sulla base della normativa vigente, evidenziando la corretta valutazione e gestione di tale rischio.
Definizione e tipologie di rischio chimico
Il Testo unico sulla sicurezza definisce il rischio chimico come:
“tutti gli elementi o composti chimici, sia da soli sia nei loro miscugli, allo stato naturale o ottenuti, utilizzati o smaltiti, compreso lo smaltimento come rifiuti, mediante qualsiasi attività lavorativa, siano essi prodotti intenzionalmente o no e siano immessi o no sul mercato”.
In base al tipo di pericolo costituito dalla sostanza chimica, ci sono diverse tipologie di rischio chimico. Nello specifico, si parla di pericoli che possono essere suddivisi in 3 grandi categorie:
-Pericoli per la salute;
-Pericolo incendi o esplosioni;
-Pericoli per l’ambiente.
La maggior parte di infortuni sui luoghi di lavoro derivanti da rischio chimico è dovuta da incendi o esplosioni e da una combinazione di procedure di lavoro errate con uno o più dei seguenti fattori:
-Attrezzature di lavoro e DPI non adeguati;
-Ambienti che non rispondono ai requisiti di sicurezza;
-Mancata formazione dei lavoratori.
Normativa di riferimento
Oltre alla normativa italiana con il Titolo IX del D.Lgs 81/08, bisogna anche rifarsi a normative europee specifiche, in particolare a:
-Regolamento REACH (Registration, Evaluation, Authorization of CHemicals) n. 1907/2006 (CE). Si applica a produttori e importatori (da paesi extra UE) di sostanze chimiche, e prevede l’obbligo di registrazione di tali sostanze presso l’Agenzia Europea delle sostanze chimiche (ECHA). Produttori e importatori devono quindi identificare e gestire i rischi legati a queste sostanze, per fare in modo che gli utilizzatori a valle abbiano le informazioni di rischio necessarie per un uso in sicurezza.
-Regolamento CLP (Classification Labelling Packaging) 1272/2008 (CE). Prevede 9 pittogrammi: 5 per i pericoli fisici, 3 per quelli per la salute e 1 per i pericoli per l’ambiente. Gli utilizzatori delle sostanze chimiche, devono quindi conoscere la classificazione ed etichettatura delle stesse, per poter valutare il rischio chimico sul lavoro.
Valutazione rischio chimico
Di fatto, la valutazione rischio chimico è sempre obbligatoria in quanto il legislatore impone al Datore di Lavoro l’obbligo di valutare tutti i rischi potenzialmente presenti in azienda.
Anche quando il livello di esposizione a sostanze chimiche risulta inferiore ai valori limite d’azione, è necessario riportare nel DVR l’indicazione circa l’assenza di tale fattore di rischio, nonché gli elementi a sostegno di tale affermazione.
Nel caso in cui la valutazione venga effettuata mediante indagine strumentale, sarà necessario predisporre un allegato specifico che costituisce parte integrante del DVR.
L’esito della valutazione deve quindi essere inserito all’interno di altri documenti riguardanti la sicurezza, tra cui:
-Piano Operativo della Sicurezza (POS) in caso di attività in Titolo IV;
-Documento Unico di Valutazione dei Rischi Interferenti (DUVRI) nel caso in cui i lavoratori di ditte esterne siano potenzialmente esposti a tale rischio.
In ogni caso, il datore di lavoro dovrà:
-Individuare la presenza di eventuali prodotti o agenti chimici sul luogo di lavoro;
-Controllare la Scheda dati di sicurezza di tali prodotti;
-Valutare l’esposizione dei lavoratori alle sostanze chimiche pericolose;
–Analizzare i dati emersi;
-Elaborare misure preventive e protettive;
-Nominare un medico competente per la sorveglianza sanitaria.
Durante l’analisi dei dati emersi bisogna prestare attenzione al livello di rischio rilevato, gli esiti possono essere:
–Rischio irrilevante per la salute;
-Rischio non irrilevante per la salute: in tal caso si dovranno mettere in atto misure di sicurezza volte ad eliminare o ridurre l’esposizione all’agente chimico.
La valutazione del rischio chimico può essere un’operazione molto complessa, pertanto è importante affidarsi sempre a tecnici qualificati per individuare la giusta metodologia e le misure di sicurezza più efficaci.
Ti serve aiuto? Contattaci!