Lavorare al caldo: Sicurezza, Diritti e Obblighi del Datore di Lavoro

Quando il termometro sale, la sicurezza deve salire di livello.


Introduzione: l’importanza della prevenzione nei mesi caldi

Le alte temperature estive non influiscono solo sul comfort, ma rappresentano un fattore di rischio professionale per la salute e la sicurezza dei lavoratori. In molti settori — dall’edilizia all’agricoltura, dalla logistica ai servizi — il rischio di colpi di calore, disidratazione, cali cognitivi e infortuni cresce sensibilmente.

La normativa italiana prevede obblighi chiari per la tutela del lavoratore in ambienti caldi. E non riconoscerli può costare caro — in salute, in produttività e in responsabilità legale.


Acqua potabile fresca: un obbligo e non una cortesia

Ai sensi del D.Lgs. 81/08, art. 18, il datore di lavoro è tenuto a fornire acqua potabile fresca in modo continuativo a tutti i lavoratori. Nei periodi estivi, questa semplice azione è determinante per prevenire la disidratazione, i colpi di calore e l’abbassamento delle difese fisiche.

La mancanza di idratazione comporta rischi immediati, anche gravi. Fornire acqua fresca, accessibile e in quantità adeguata non è solo un dovere, ma un presidio minimo di prevenzione.


Malore da caldo = Infortunio sul lavoro

La giurisprudenza INAIL è chiara: un lavoratore che accusa un malore dovuto al caldo mentre è in servizio ha subito un infortunio sul lavoro. Non è una semplice indisposizione: è un evento registrabile, indennizzabile e prevenibile.

È responsabilità dell’azienda adottare tutte le misure per ridurre il rischio. Le più efficaci includono:

  • pianificazione dei turni nelle ore meno calde
  • pause frequenti e in ambienti climatizzati o all’ombra
  • dotazione di abbigliamento tecnico e DPI traspiranti
  • disponibilità costante di acqua e sali minerali
  • formazione dei lavoratori per il riconoscimento precoce dei sintomi

Sintomi da non ignorare: il corpo avvisa prima di cedere

Il corpo invia segnali chiari. Sudorazione intensa, emicrania, affaticamento, vertigini e crampi muscolari sono sintomi da non ignorare. In ambienti caldi, questi segnali possono precedere situazioni gravi, come:

  • colpo di calore: temperatura corporea superiore ai 40°C, rischio di coma
  • collasso da calore: perdita improvvisa di conoscenza
  • esaurimento da calore: malessere generale, nausea, disorientamento

La formazione mirata e la sensibilizzazione sono essenziali per agire tempestivamente.


Il caldo riduce attenzione e aumenta lo stress

Il caldo non è solo un rischio fisico: è anche un fattore psicologico e organizzativo. Quando la temperatura supera i 30-32°C, la capacità di concentrazione diminuisce, il cervello rallenta, lo stress aumenta e cresce il rischio di errore umano.

Questo ha un impatto diretto su:

  • safety individuale e di gruppo
  • qualità del lavoro svolto
  • produttività e gestione del tempo

Il ruolo della formazione: prevenire è un investimento

ASCO Formazione propone corsi dedicati alla safety in estate, con contenuti aggiornati su:

  • valutazione del rischio da stress termico
  • obblighi normativi e responsabilità penali
  • tecniche di primo soccorso in caso di malore
  • strategie di mitigazione del rischio organizzativo

Formare è proteggere. E la protezione è il primo dovere di ogni datore di lavoro.


Conclusione: la sicurezza viene prima di tutto

Lavorare in ambienti caldi non è più una semplice “scomodità”: è una condizione da gestire con rigore. Per evitare infortuni, garantire il benessere psico-fisico e restare conformi alla legge, serve un approccio serio e formativo.

ASCO Formazione è al tuo fianco per costruire una cultura della prevenzione forte e condivisa.


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